A distanza di qualche settimana dalla fine dell’ultima edizione di Uomini e Donne, nelle ultime ore, lo storico opinionista del dating show di Canale Cinque Gianni Sperti è intervenuto sui social lasciandosi andare ad alcune considerazioni e rivelazioni inedite sull’amore. In un lungo post pubblicato sul suo profilo Instagram, Gianni ha voluto confidarsi con i suoi fan raccontando un episodio personale ed intimo, la storia di un sentimento vissuto nell’ultimo periodo ma purtroppo destinato a concludersi e a finire.
Uomini e Donne, il racconto di Gianni Sperti
Ecco le sue parole: “Ci ho riprovato. Ho ripreso il treno. Un treno così bello che non ho avuto bisogno di pensarci. Non ho dovuto ragionare. Era inevitabile. Un’emozione forte mi ha travolto, mi ha fatto perdere, piacevolmente, la bussola e all’improvviso ero lì, su quel treno, sul mio treno. Le giornate, le ore, persino i secondi… tutto era pieno. Dal risveglio fino alla notte, prima di chiudere gli occhi. Tutto aveva un senso, una direzione. Il mio volto, sempre sorridente. Poi è arrivata la paura. La paura che non fosse il treno giusto. I primi scossoni, i primi dubbi. Forse quel treno non andava alla mia velocità, forse era scomodo. Mi sentivo sballottato, fuori asse e quella dannata paura mi ha fatto scendere, alla prima fermata. Sì, ho deciso di scendere. Per non sentirmi inadeguato. Per non diventare ciò che non voglio essere: controllante, insicuro, perso. Proprio io, che non amo il controllo. È iniziato così il periodo peggiore. Giornate infinite, vuote. Nulla aveva più senso. Eppure, prima di quel treno, ricordavo la mia vita come piena. Ma ora… non lo era più“.
Ha poi continuato: “Non sapevo cosa fare. Camminavo per le strade di Roma, avanti e indietro, cercando di superare, o almeno di non pensare. Eppure… ci ripenso. E mi chiedo: “E se fosse stato il treno giusto?” Così ci riprovo. Risalgo. Mi do un’altra possibilità. Cerco di restare a bordo qualche fermata in più per capire, per assicurarmi. Ma soprattutto, provo a risentire quella meravigliosa sensazione di perdizione che non provavo da anni. Il tratto è stato breve. Troppo breve. Ormai vivevo nel ricordo del primo viaggio. Un ricordo che io stesso avevo idealizzato, alimentato, mitizzato. Così, ho deciso di scendere ancora. Subito dopo. E di tornare a percorrere la mia strada. Da solo. Come forse è giusto che sia. Tutti i giorni mi ritrovo a parlare d’amore, a dare consigli. A dire quando è giusto restare, quando è tempo di andare. Forse è proprio questa la mia missione: occuparmi dell’amore degli altri“.